La proprietà si inserisce nel contesto collinare di Moncalieri, caratterizzato da abitazioni storicamente utilizzate come dimore estive immerse in una lussureggiante vegetazione. Essa è composta da una villa principale, un parco privato annesso, una dépendance con porticato, due cantine scavate nel tufo, un ampio locale utilizzato in passato per ospitare carrozze, e un ex vigneto che si estende verso Testona. La villa principale è composta da due livelli. Al piano terreno si trova la zona giorno di rappresentanza, che gode di un accesso diretto al parco privato che circonda la proprietà e nel quale è situata una piccola cappella, raggiungibile sia dall’interno della villa che dall’esterno; al piano primo, collegato da scala padronale con vetri cattedrali, si trova invece la zona notte tramite la quale si può accedere al terrazzo. Il predetto terrazzo si apre, al livello inferiore, in un raffinato loggiato dalla splendida esposizione e dal panorama suggestivo, circondato da maestose piante secolari, un gazebo in ferro battuto e una balaustra che delimita il prato. La metratura della villa principale è di circa 450 metri quadri.
"Per nulla appariscente tra le grandi ville di strada Castelvecchio, c'è una proprietà deliziosa, d'antica e nobile origine, ma semplice e adatta alle esigenze della vita moderna, situata al n. 46 di strada Castelvecchio. La via rasenta il giardino, ma la piccola proprietà si nasconde agli occhi indiscreti, aprendosi invece alla vista dei due capisaldi della villeggiatura moncalierese: a destra scende un ritano che sulla sponda opposta offre la parte più suggestiva di Castelvecchio; davanti la collina s'increspa calando fitta di verde sino alla villa del Cardinale. Nessuna costruzione recente turba l'aspetto originario di questa località, che è tra le più suggestive della collina. Il verde, che è intreccio di natura e brevi coltivi frammezzati di alberelli da frutta, si placa solo un poco nello spiazzo artificiale della casa, che forma una grande terrazza ghiaiosa con poche e belle piante.
Il piazzale è chiuso verso la strada da una grande muraglia, con le solite arcate che immettevano nelle misteriose gallerie scavate nel tufo: enigma pressoché costante, cui nessuno sa dare risposta. A valle, un muro più basso sostiene il piazzale cinto da balaustra di cemento. Nel mezzo d'una delle due metà del piazzale posa una palazzina senza pretese, ma giusta e signorile. Nell'ingresso, confortevole per proporzioni ed arredi, è appesa una planimetria della vigna settecentesca, che fa da base alle ricerche storiche. E allora la vigna, a voler ridarle il nome antico, dovrebbe essere chiamata "Il Ciglié" come la consorella di val di Reaglie: tale è, del resto, la denominazione sulla Carta della Montagna." da "Antiche ville e vigne della collina di Moncalieri" di Elisa Gribaudo Rossi.
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